Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, il nostro Paese è un grande Paese. Lo è perché la storia che abbiamo alle spalle è lì a testimoniarlo, lo è perché i numeri, nonostante la situazione di difficoltà economica, lo certificano, lo è perché le generazioni che ci hanno preceduti lo hanno reso grande, ma lo è anche perché oggi tanti settori, tanti operatori nel nostro territorio, segnano un'eccellenza importante. Nel comparto vitivinicolo questo aspetto è sicuramente uno di quelli trainanti nella nostra economia. Solo due dati per dire quanto questo sia vero: nel 2015 noi abbiamo avuto una produzione in quantità che ha rasentato i 50 milioni di ettolitri, quest'anno saremo di un qualcosina inferiori; in ambedue gli anni comunque siamo stati i primi produttori da questo punto di vista. Lo è perché nell’export abbiamo ampiamente superato l'anno scorso i 5 miliardi di euro, avvicinandoci quasi ai 5,5; i dati di quest'anno sono assolutamente confortanti. Lo è perché la qualità che questo comparto e questo settore riversano sull'immagine del Paese, qualità che fa da traino ad altri settori, quello turistico e tanti altri comparti, è assolutamente fondamentale. Un successo quello del nostro comparto vitivinicolo, enologico, che è stato costruito negli anni da scelte lungimiranti. L'aver puntato dopo il disastro del 1986, sulla qualità, sulla sicurezza dei nostri prodotti, sulla certificazione di questa qualità, sulla trasparenza assoluta del settore, l'aver puntato con un investimento importante sui vitigni autoctoni e sul legame al territorio, credo siano alcuni degli elementi che hanno reso assolutamente grande questo comparto e con esso l'immagine del nostro Paese.
Questa straordinarietà di cui stiamo parlando, chiedeva da anni, l'ha già detto bene il relatore nel suo intervento prima, un intervento di manutenzione straordinaria. La risposta a questa domanda è il testo unico di cui stiamo parlando, che è al tempo stesso la risposta ad un'esigenza che veniva dal settore ed è una straordinaria opportunità per tutto il comparto vitivinicolo, enologico, ma anche per il nostro Paese in generale. Lo ha detto bene prima il relatore è un percorso che è nato bene, è nato da una collaborazione importante in tutto il settore, pur partendo da punti di vista diversi anche all'interno del settore, è nato con il lavoro portato avanti dal Governo attraverso il Ministero dell'agricoltura e dal grosso lavoro che è stato fatto nella Commissione nei mesi passati.È un lavoro che ha tre grandi obiettivi (è già stato accennato prima): un processo di semplificazione che renda maggiormente competitivo questo settore, togliendo tutto ciò che è ridondante e inutile; la importante valorizzazione del prodotto, cogliendo opportunità nuove; l'assoluta garanzia di trasparenza, che viene accresciuta in molte questioni, nei confronti dei consumatori. Tutto ciò rende il testo unico un percorso importante. Negli scorsi mesi abbiamo letto di alcune organizzazioni del settore che hanno detto che se avessimo anche soltanto fatto una ricomposizione di tutta la dispersione normativa che c'era in un unico testo ne sarebbe comunque valsa la pena. Ecco, io credo che il testo che noi abbiamo tra le mani ha l'ambizione concretamente di fare molto di più, perché, come è stato detto, avvia un percorso importante di semplificazione, di trasparenza, di valorizzazione e stringe un rapporto forte con i consumatori.
Solo tre o quattro questioni, o forse qualcuna in più, che ritengo fondamentali citare di questo testo. L'ha detto bene prima il relatore: noi andiamo ad affermare all'articolo 1 che questo mondo, questo settore, questo insieme di valori, è un patrimonio del Paese. Credo sia un dato non banale, è un dato di consapevolezza che chiunque vive sui territori tocca quotidianamente con mano e quindi era importante che la legge, la norma, lo chiarisse. All'articolo 6 vi è il tema dei vitigni autoctoni. Nel momento nel quale a livello globale è in atto una straordinaria offensiva per cercare di copiare tutto e il contrario di tutto, cercando di normalizzare tutte le produzioni, noi affermiamo che alcune questioni sono quelle e non altre e andiamo a definire con legge cosa sono vitigni autoctoni e cosa non lo sono. Si è affermato all'articolo 7 il tema dell’ univocità dei dati facendo riferimento alla schedario. Credo si abbia, anche qui, un passaggio che apre a semplificazioni, a chiarimenti futuri straordinari. L'articolo 8, già è stato citato, permeerà tutto il testo una serie di semplificazioni generali, ma con un'attenzione particolare alle piccole cantine, alle piccole realtà produttive. All'articolo 14 vi sono le agevolazioni previste per quel che riguarda tutta una serie di semplificazioni, ad esempio, in alcuni casi, per gli agriturismi, per alcune funzioni che sono chiamati a svolgere. Nell'articolo 36 vengono unificate tutta una serie di dichiarazioni che venivano fatte in tempi e modalità diverse dagli operatori. All'articolo 43 vi sono una serie di elementi aggiuntivi di chiarificazione dei contenuti dell'etichetta, dentro questa scommessa di trasparenza nei confronti dei consumatori. Nell'articolo 44 vi è un chiarimento ovvero che solo i vitigni che sono presenti con più del 15 per cento potranno comparire in etichetta. Anche qui può sembrare una cosa banale, ma è un atto di grande correttezza, lealtà e trasparenza nei confronti dei consumatori, come ha detto Massimo Fiorio prima. All'articolo 47 vi è l'apertura di una sperimentazione straordinariamente importante per le DOC e le IGT, per quel che riguarda la possibilità di andare verso codici alfanumerici o altri sistemi che superino comunque la fascetta tradizionale. All'articolo 48 e seguenti vi è il riordino della materia per quel che riguarda l'aceto con due orizzonti molto chiari: la semplificazione per i piccoli da una parte e la chiarificazione maggiore dell'origine di prodotto per tutta la produzione. All'articolo 57 e seguenti si prevede che il SIAN venga individuato come luogo di base, di origine, di tutti gli adempimenti; noi crediamo sia un passaggio assolutamente fondamentale. All'articolo 63 e seguenti, il tema dei controlli unificati – come è stato detto – sia per quel che riguarda i soggetti che opereranno questi controlli sia per quel che riguarda le analisi e i controlli stessi.
Ci sono un sacco di questioni, ne cito solo altre ancora, come il tema delle sanzioni, come è stato detto – credo sia un passaggio epocale –, non tanto e soltanto perché si introduce il ravvedimento a fianco della diffida e al pagamento in soluzione ridotta, ma perché attraverso questo tipo di scelta si cambia l'orizzonte: l'orizzonte non è tanto irrogare la sanzione ma aiutare a comportamenti corretti tutti gli operatori ad aumentare la quantità e la qualità nel rispetto delle norme. All'articolo 68 il tema delle sanzioni per il mancato impianto entro i tre anni, con l'introduzione di una progressività di sanzione da una parte e la riduzione della sanzione nel caso di piccoli sforamenti, sia in termini percentuali che di superficie; all'antico 86, che è già stato citato, la semplificazione delle strade del vino e poi molti altri adempimenti che adesso, per ragioni di tempo, non vado a citare.
Credo che ci siano due grosse questioni che attraversano poi tutto il testo, e una l'ho già detta prima: ci sono in moltissimi articoli semplificazioni per tutto il sistema, ma in particolare per i piccoli operatori; l'altra grande questione che attraversa tutto il testo è l'adeguamento, per quel che riguarda le pratiche enologiche, alle normative di diritto comunitario – che normalmente sono meno restrittive dalle nostre – lasciando però in capo ai consorzi di tutela per le denominazioni di origine la definizione delle norme che valgono per quella denominazione. Alcune organizzazioni di settore, commentando questo testo nelle settimane scorse, hanno detto che, se approvato con tutti i provvedimenti previsti e connessi, esso comporterà una riduzione del 50 per cento del tempo, dalla vigna al tavolo del consumatore, a carico delle aziende. Io non so se sarà il 50 per cento o altro, sicuramente sono convinto che questo testo darà un grandissimo contributo in termini di semplificazione, in termini di spinta propulsiva a un settore che ha tutte le carte in regola per poter veramente essere un motore di trazione per il Paese.
Credo che il lavoro che il Parlamento si appresta a fare adesso con il passaggio in Aula sia importante, e lo credo per una serie di motivi, il primo di questi è un dato che ho citato all'inizio: noi siamo i primi produttori in quantità di vino, abbiamo però il valore di una produzione che ha molta strada ancora da fare. Nel 2014, dati e stime che sono state fatte dicono che il valore della produzione vitivinicola nazionale era di poco inferiore ai 12 miliardi di euro, quella francese, però, era intorno ai 24 miliardi di euro; nel 2015 siamo saliti a quasi 13 miliardi e mezzo di euro, ma quella francese è salita oltre i 27 miliardi di euro. Quindi, da questo punto di vista, il dovere che noi sentiamo nel lavoro e che abbiamo portato avanti è quello di dare a questo settore strumenti e potenzialità per poter crescere in questo campo. Crediamo che questo sia un lavoro fondamentale che facciamo, perché parlare di produzione vitivinicola, di comparto enologico, vuol dire parlare sicuramente di vino, vuol dire parlare sicuramente di vigne, ma vuol dire parlare di turismo, vuol dire parlare di territorio, vuol dire parlare di idea di qualità percepita dai cittadini e dalle persone che guardano al nostro Paese.
Quindi, credo che questo lavoro che abbiamo fatto e che adesso l'Aula ha il compito di migliorare e poi approvare sia fondamentale, proprio come risposta a un'opportunità del Paese, un'opportunità importante. Come dicevo prima, in Commissione – e vado a concludere – abbiamo fatto un lavoro importante: tantissimi emendamenti, tante modifiche. È stato un lavoro, dal mio punto di vista, molto bello, perché condiviso nel merito con tutti i gruppi che erano presenti in Commissione. Credo che le giornate che abbiamo di fronte siano in qualche misura storiche, non soltanto per questo comparto, che attende da qualche anno o forse da qualche decennio questo tipo di risposta, ma per tutto il Paese, perché potrà cogliere opportunità nuove che sicuramente saranno uno dei temi su cui si giocheranno politiche di sviluppo di tutto il Paese per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Discussione sulle linee generali
Data:
Lunedì, 19 Settembre, 2016
Nome:
Mino Taricco